Ho incontrato Crystal – protagonista di ‘Drive me Crazy’ di Lara Coraglia

Ormai sono passati alcuni giorni da quando vi ho chiesto nelle stories del profilo Instagram della Tana quale personaggio secondo voi stavo per andare ad intervistare. Ora sono pronta a raccontarvi com’è andata quella giornata, in cui, posso dirvelo con certezza, sono tornata a casa molto più sporca di come fossi partita la mattina. Ops!

Appena ho imboccato la via della mia meta, il forte rombo di un motore mi ha tenuto su di giri per tutto il tragitto. Era forte, intenso, con la capacità di arrivare dritto al cuore con quel tremore che aleggiava nell’aria. Ho pensato fin da subito che il personaggio non mi avrebbe sentito arrivare con tutto quel rumore e, infatti, come potrete immaginare anche voi, sono entrata in officina, mi sono avvicinata alla macchina su cui stava lavorando e solo allora, dandole una leggera spinta al piede, che fuoriusciva direttamente da sotto la carrozzeria, ho avuto un po’ della sua attenzione.
Per prima cosa, due mani si sono aggrappate al sotto del cofano per tirare fuori tutto il corpo di Crystal, e poi lei, fasciata in una tuta ormai ricoperta di grasso e olio, mi ha abbracciata passandomi un po’ di… sì… di quello sporco. All’inizio sono rimasta come ingessata, ma, appena mi sono resa conto che era Crys che mi stava abbracciando, mi sono sciolta e ho ricambiato.

«Ciao Crys, come stai? Scusami se sorrido, ma vederti così, sporca di nero e di unto, mi fa capire quanto ami ciò che fai ed è bellissimo! Per rompere il ghiaccio, ti va di dirci su quale macchina tu stia lavorando? Cos’ha che non va? Il cambio? Il motore?»

«Ciao Giulia! Che piacere incontrarti finalmente 🥰 sì, come puoi vedere sono parecchio sporca però mi piace quindi non mi dà fastidio 😁 quest’auto ci sta facendo dannare, ha problemi con il carburatore… dovremmo lavorarci ancora ma sono fiduciosa, siamo una bella squadra qui 😁»

 

Ho annuito convinta perché sapevo già allora che aveva ragione: la squadra con cui lavora è fenomenale… e a proposito di squadra…

 

«Wow, quanto entusiasmo! Con chi lavori in quest’officina? So che non sei assolutamente da sola a gestire tutto questo.»

«E no, non sono sola 😁 qui con me lavora il mio papà, un meccanico fantastico, tutto quello che so sulle auto è merito suo 😁»

Qui si è bloccata nel parlare, perché un borbottio ci ha fatto girare verso un angolo dell’officina.

«Ehi!»

Crys è scoppiata a ridere, ve lo giuro, nel vedere Ted, uno dei membri del team, borbottare e farle strane smorfie.

«Sì, anche grazie a Ted, il mio secondo papà diciamo così 😁

Poi c’è Mark, suo figlio, sembra un po’ con la testa tra le nuvole ma in realtà è un mago con la vernice, fa dei lavori stupendi e mio fratello, Calvin, si occupa del design su carta, diciamo così 😅»

 

A quelle parole è seguito un momento di silenzio, in cui entrambe ci siamo guardate intorno per vedere se altri membri della squadra, come Ted, sarebbero sbucati fuori all’improvviso per rimproverarla.

Crys si è appoggiata alla macchina con fare tranquillo e rilassato, ho avuto l’impressione che quello fosse esattamente il suo mondo.

Però dovevo chiederle anche dell’altro lavoro… suvvia!

 

«Oltre al tuo amore per le macchine, per i motori, so che sei solita sfilare. Com’è questo altro tuo lavoro? Scambieresti mai il rombo di un super motore per un paio di decolleté all’ultima moda?»

«Ahahah Giulia per cortesia, non diciamo eresie 😅 No, ovviamente non scambierei mai il rombo di un motore super potente con un paio di décolleté anche se sono costretta a metterle per i servizi fotografici che ho iniziato a fare anni fa per un vecchio sponsor e, quando abbiamo visto che portavano soldini, beh ne ho approfittato, ho fatto male secondo te?»

 

Lo sapevo!

Mi sono messa quasi saltellare dalla gioia, sapete? Perché una Crys modella, solo modella, mi dispiace, ma proprio non mi intriga. Invece… lei sì che deve seguire i propri sogni… e che cavolo!

Poi, in quel momento, ho capito che era giunto il momento di chiederle, finalmente, del libro!

 

 

«Perché non ti sei più fatto sentire?» Lui si blocca e fa un passo indietro per arrivare di nuovo al mio fianco, compiaciuto e soddisfatto per aver ricevuto l’attenzione richiesta.«Sono stato impegnato, scusa.»«Sai, dovresti imparare a mentire meglio, avvocato» ribatto facendogli strabuzzare gli occhi per lo stupore. Colpito e affondato!«Come scusa?»«Hai capito benissimo, stai mentendo e mi sta bene tranquillo. Anch’io ho la mia vita e non ho intenzione di condividerla con nessuno, tanto meno con te.»

 

 

 

 

 

«Sappiamo, già dalla trama, che tu non solo ti occupi di macchine in officina, ma che le guidi anche. Correre per te è estasiante. Come ci si sente ad andare così veloci? Quando tutto sfuma e rimanete solo tu e la tua velocità?»

Avrei voluto foste lì con me. Gli occhi di Crys, come se avessero avuto luce propria, hanno iniziato a brillare. Ogni cosa di lei sembrava essere dentro ad un sogno.

«Salire in auto e sfrecciare sulla pista è, da sempre, l’unica cosa che mi faccia realmente stare bene, l’unico momento in cui mi sento davvero me stessa e in cui divento un tutt’uno con la mia auto.

Sfrecciare a folle velocità sembra assurdo e inimmaginabile per le persone normali, ogni tanto si che pensano che io sia pazza, ma non mi interessa, quando vado a più di trecento chilometri orari io sono attraversata da una perenne scarica di adrenalina, sento di avere il controllo della situazione, l’auto fa quello che dico io e, allo stesso tempo, io faccio quello che dice lei perché, se per caso non l’ascoltassi, so che me ne pentire amaramente 🙈»

 

Solo in quell’istante ho avuto la certezza che lei stesse guardando un punto ben preciso dell’officina mentre parlava, mi sono voltata anche io in quella direzione e l’ho finalmente vista: la sua mitica, favolosa, Mustang. Era lì, ci stava ascoltando anche lei.

 

«Guarda quella macchina» ha continuato a parlare, indicandomela. «È la mia soddisfazione e non passa giorno in cui non mi dedichi a lei, nonostante le mille cose da fare, guarda qui.»

 

In quel momento Crys ha preso una lunga lista piena di punti con segnate mille, no forse di più, cose da fare. Mi ha ricordato tanto la mia agenda, quella che mi aspetta sempre a casa per ricordarmi i miei impegni.

 

«Cosa? Questa è la tua lista di cose da fare oggi? Bene, direi che ti lascio al tuo lavoro e mi eclisso. Prima, però, ti chiedo: cosa senti di aver imparato da ‘Drive me Crazy’?»

«Accidenti che domanda importante per concludere la nostra chiacchierata 🙈 Drive me crazy mi ha insegnato a essere meno impulsiva, a non soffermarmi alle apparenze ma soprattutto mi ha insegnato ancora di più a non arrendermi, a realizzare i propri sogni e, soprattutto, mi ha insegnato che la famiglia è la cosa più importante e che bisogna sempre essere circondati da persone che credono in noi e che ci vogliono davvero bene ️.»

 

Appena concluso di parlare, Crys mi ha abbracciato di nuovo, so cosa state pensando e sì, mi ha sporcato un altro po’. Ma non mi è importato più di tanto perché intervistarla è stato davvero importante per me e per tutti i nostri lettori. Così, l’ho salutata con la promessa di rivederci e sono tornata a casa in attesa del prossimo viaggio…

 

 

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