Vi va di conoscere Jake, Erika e Jakob di ‘Stardust’ di Ilaria Maffioli? Siete nell’articolo giusto!

 

Buondì libromani tanosi,
oggi voglio raccontarvi dell’intervista che ho avuto con alcuni personaggi di ‘Stardust’, il secondo libro di Ilaria Maffioli. Dovevo recarmi nella città più luminosa, piene di star e di turisti che conosco per incontrarli, ma per via del virus, anche le mie rubriche hanno avuto delle difficoltà. Quindi, ecco com’è andata!

 

Qualche giorno fa ho preso il telefono in mano e ho videochiamato alcuni personaggi di Ilaria Maffioli, quando i visi di Jake e Erika sono apparsi sullo schermo, mi sono sentita il cuore battere a mille. Senza perdere tempo, ho iniziato con le domande.

«Ciao Jake, che bello vederti qui insieme a Erika e Jacob, sono molto felice che siate riusciti a venire tutti e tre al nostro appuntamento. Per prima cosa vorrei chiederti come hai trovato Ashley all’inizio del libro.»

«Ciao Giulia! È un piacere essere qui, prima di tutto, e seconda cosa grazie di cuore per averci invitati. Fare interviste e poter parlare con voi mi fa sempre tanto piacere, quindi ti ringrazio.
(sospira) Come ho trovato Ash? Sicuramente cambiata, cresciuta. Ashley, secondo me, ha dimostrato coraggio facendo la scelta che ha fatto, perché ha scelto di farsi aiutare e la Ashley di un tempo non lo avrebbe fatto. Ci vuole coraggio per affrontare tutto il dolore che lei ha dovuto sopportare e sono molto fiero di lei e del modo in cui ha abbracciato la sua sofferenza sfoggiandola poi come uno scudo, passami questo termine. Mi spiego: tutti pensiamo che il dolore e la fragilità di una persona, siano una debolezza. Lei, però, scegliendo di lottare per se stessa e di farsi aiutare, ha dimostrato che la fragilità in realtà, non è affatto una debolezza, ma la sua stessa forza. È cambiata anche grazie a questo, dimostrando a se stessa che una persona sa di essere veramente forte quando impara a non nascondere la sua fragilità, e lei lo ha fatto. Scegliersi e amarsi è da coraggiosi, e lei è una delle persone più forti e coraggiose che io abbia incontrato in tutta la mia vita. Sono molto orgoglioso di lei, di essere cresciuto al suo fianco e di aver assistito e contribuito alla sua maturazione, alla sua trasformazione da bruco a farfalla, sono fierissimo di poterla considerare mia sorella. Siamo fratello e sorella per scelta, non per sangue, e credo che non ci sia cosa più bella ed emozionante di questa.»

 

«Quando ho letto del vostro incontro, mi veniva da piangere, ero troppo felice della vostra reunion! Com’è cantare sul palco con lei? So che non sei solito parlare di emozioni, ma ti pregooo, fallo per me e le tue fan!»

«Okay d’accordo!»

Qui si è fermato ed è scoppiato a ridere, con tanto di lacrime agli angoli degli occhi.

«Farò questo sforzo per voi, potete applaudire se volete. Beh, sicuramente magico. Partiamo dal presupposto che tutto quello che noi facciamo ha della magia nascosta, che può essere percepita con il cuore da chiunque ci segua e conosca da almeno un po’ di tempo. Trovo sempre una connessione fra me e il pubblico, la percepisco sotto pelle e questo mi rende felice a livelli impressionanti.
Ashley ha un potere straordinario: con la musica riesce sempre, sempre, a far sentire una connessione fra le persone. Visti dal palco sembrano milioni di piccole stelle, che brillano grazie a noi. È stato grazie a lei se ho scelto la strada della musica, e sicuramente poter cantare con la persona più importante della mia vita ha un non so che di straordinario. Ha un modo tutto suo di gestire il palcoscenico, di intrattenere il pubblico e far si che si sentano a proprio agio, a casa, in famiglia. Cantare con lei mi fa sentire come quando all’asilo arriva un bambino nuovo, e tu ti avvicini a lui non sapendo niente di lui e un minuto dopo era il tuo migliore amico, perché ti rendevi conto che tutto ciò che dovevi fare, era solo essere te stesso. È un gesto innocente che però significa tutto. Ecco, stare sul palco con Ash mi fa questo effetto, è quotidiano per me, ma ogni volta che lo facciamo è come se fosse la prima. Mi fa ricordare il nostro primo incontro, il modo in cui ci siamo accettati a vicenda esattamente per ciò che siamo, e la promessa che ci siamo fatti: Peter Pan e Wendy, da sempre e per sempre. Non servono ali per volare, quando hai un amore così grande che ti permette di farlo.»


Fino a quel momento Erika è rimasta in silenzio, ma poi l’ho vista sorridere e scuotere la testa. Deve essere proprio abituata a tutto ciò che dice Jake!

Ne ho subito approfittato per porre a lei qualche domandina.

«Ovviamente Erika sappiamo che Jake è occupato, tranquilla, poi sai io sono più tema Chris, posso dirlo che tanto una certa persona non c’è! Comunque, volevo dirti, che ci sono scene in ‘Stardust’ in cui ti ho sentito assente, quasi triste e di mal umore, che è successo? Puoi dirci qualcosa senza entrare troppo nei dettagli?»

«Oh, ehm, oddio sì, hai ragione. Anzi scusatemi per questo, so bene quanto posso sembrare strana in certe occasione. Ehm, come posso dire, diciamo che a volte sento il bisogno estremo di una pausa un po’ da tutto. Stare seduti qua in cima non è proprio così semplice. È difficile spiegare come ci si sente ma posso dire che a volte è straziante. Pensano tutti che la nostra vita sia perfetta, perché noi siamo qui in alto e la vista dovrebbe essere perfetta. Quindi dovremmo essere sempre felici, sorridenti, contenti di ciò che abbiamo, ma la verità è che purtroppo non è così. Questo mondo ti fa sentire piccolo e molto solo, a volte. Essere noi significa avere il peso del mondo sul collo, e quando diventa troppo, quando tutto inizia a farsi troppo grande e ti schiaccia, hai la sensazione di non riuscire più a respirare. Io e Ashley siamo due persone molto differenti sotto tantissimi punti di vista, lei è il nero e io sono il bianco, come direbbe se fosse qui, il giorno e la notte, ma su una cosa siamo d’accordo: bisogna essere tagliati per questa vita, e io a volte non mi sento in grado di poterla affrontare. Io ho un carattere molto particolare, Ashley e Jake mi dicono sempre che sono troppo pura per questo mondo, e forse hanno ragione. Questa purezza e innocenza che vedono in me, è il mio tallone d’Achille, la mia debolezza più grande. Quando questa sfumatura del mio carattere prende il sopravvento, quando mi sento in sovraccarico, quando mi sento schiacciata, mi perdo per un po’. Non sono triste e non mi pento di essere quello che sono e chi sono, ho persone meravigliose al mio fianco non fraintendetemi ma… A volte ho il bisogno di staccare un po’, quando tutto inizia ad essere un po’ troppo per me. Il troppo stroppia, come dicono, alla fine. Però sono tornata sui miei passi, qualche volta è necessario perdersi per ritrovarsi.»

 

«So che hai fatto un bel viaggetto in Italia con Ash, cosa ti ha lasciato il mio Paese? Ti è piaciuto?»

«Magnifico! L’Italia è così magica! Quanta arte, quanta bellezza… Ogni volta che vado in Italia mi sento sempre un sacco emozionata perché lì le persone ti accolgono come se facessi parte della famiglia. È bello camminare per le strade dove magari ci sono persone che non sanno chi sei e riescono a farti sentire come se fossi uno qualunque. Ecco, a volte ho bisogno di sentirmi una persona qualunque e realizzare che non sono una sagoma cartonata, tornando al discorso di prima. Dicevo… Ah sì. Ci sono stati posti che abbiamo visitato in cui i passanti ci prendevano per mano e ci facevano ballare e cantare con loro, o ci offrivano caffè e brioches per farci assaggiare le bontà del posto. Le persone ti sorridono sempre, ti salutano anche se non sanno chi sei, ed è così bello poter vedere che al mondo esistono ancora queste cose. È bello essere vista come una semplice turista che esplora e ammira l’arte del posto, e non come Erika Jones o Ashley Anderson. Davvero l’Italia è un posto magico, profuma di casa.»

 

 


A quel punto, quando eravamo tutti concentrati nel conversare, alla videochiamata si è aggiunto un altro personaggio: Jacob

«Oh andiamo ragazzi, ma un po’ di allegria no eh? Quanto sapete essere melodrammatici?»

«Ciao Jacob, grazie di nuovo di essere qui. Devo assolutamente dirti che il tuo personaggio, nel mio personale parere, ha avuto degli alti e dei bassi per i suoi comportamenti. Ti reputi cresciuto dal primo romanzo di Ilaria?»

«Ciao Giulia! Sì, sono odiato e amato al tempo stesso, ne sono consapevole. Diciamo che so perfettamente di avere dei modi di fare abbastanza discutibili alle volte, ma non penso in fondo di essere una persona cattiva. Mi reputo cresciuto, tantissimo, sotto tanti punti di vista.
Ho conosciuto Ashley quando era nel suo periodo uragano Katrina, se così lo si può chiamare. La cosa che ci ha uniti fin da subito è che, qualcuno potrà essere d’accordo con me e qualcuno no, io e lei avevamo e abbiamo tutt’ora a dire il vero, un carattere molto simile. Questa cosa mi ha fatto sentire legato a lei fin dal primo momento e non so, è stato tutto così sconvolgente che volevo credere di contare qualcosa di più per lei, che essere una semplice conquista. Ashley aveva le idee molto chiare: sapevo che era appena uscita da una relazione importante e non voleva legarsi più a nessuno, in nessun modo, tanto quanto che presi coraggio e le chiesi di essere quel qualcosa in più di cui io personalmente avevo bisogno, lei scelse la sua libertà. Sarebbe sempre quella irraggiungibile per quanto mi riguardava dopo quel rifiuto, ma vederla con Cody mi aveva davvero davvero destabilizzato. Inizialmente lo invidiavo tantissimo e mi domandavo cosa avesse lui che io non avevo, senza contare che mi faceva imbestialire il fatto che non avesse scelto me, quando ero io quello al posto di Cody, ma avesse scelto se stessa. Lui però è riuscito a farle cambiare idea, è riuscito a farsi scegliere, e non riuscivo davvero a capire come fosse possibile. Io credevo di averle dato tutto ciò che desiderava, ma a quanto pare mi sbagliavo. Lungo il corso del tempo, stando con lei, ho capito che il vero amore non si può fermare. Ho sempre amato Ash, sarà sempre una delle persone più importanti della mia vita e so anche quanto lei tenga a me, ma sono consapevole del fatto che a volte amare significa anche sapere lasciare andare. Non potevo in nessun modo far sì che lei mi amasse, tutti i miei sforzi sarebbero stati vani, perché Cody sarebbe sempre stato Cody. Ci ho messo un po’ a capirlo, mi ha fatto male, tanto, la situazione, ma alla fine ho guardato in faccia la realtà e ho scelto di averla comunque nella mia vita, come amica e come persona su cui poter sempre contare. Ho capito che era meglio così, piuttosto che non averla vicina affatto, e l’ho lasciata andare. Mio padre mi diceva sempre che dovevo lasciare che le cose facessero il loro corso, e che nella vita non è detto che esista un solo grande amore, che avrei amato ancora e chi lo sa, magari è così. Sono felice del rapporto che abbiamo adesso e del modo in cui mi abbia aiutato a comprendere e a crescere, le devo davvero tanto.»

 

«Voglio lasciare a te il difficile compito di invitare i lettori a leggere ‘Stardust’. Cosa mai potresti dire loro? E, soprattutto, quale canzone abbini alla storia?»

«Cosa direi ai lettori? Di non smettere mai di credere nelle favole. Credo che tra queste righe ci siano storie da raccontare, da parte di tutti noi, che possono rubarti il cuore e farti tornare nel mondo delle favole. Credo che possa far capire che se la vita ti prende a pugni, se è crudele, tu devi schiacciarlo ed esserlo ancora di più. Penso che ci sarà sempre una parte di noi bambina, passatemi il termine, e che non bisogna nasconderla. La parte che vuole credere alle storie raccontate sotto voce e con l’emozione negli occhi, quella che non smette mai di sognare in grande e che ama, ama tanto, forte, intensamente. Direi a grandi e piccini di tuffarsi in questo mondo e non nascondere più quella parte di loro, perché tornare bambini è bellissimo, avere un sogno da uno scopo alla tua vita.
La canzone che più assocerei a noi è Us, perché penso che abbiamo dimostrato che credere in qualcosa, credere in noi stessi e amarci, ci abbia fatto capire quale è la strada per la felicità, che il sole esiste per tutti quanti e soprattutto che lo meritano tutti. E come dice Ashley, che alla fine sorge sempre il sole.»

 

Qui si è conclusa l’intervista, ci siamo salutati e ho chiuso la videochiamata. Mi sono sentita subito felice e rammaricata allo stesso tempo perché li avevo visti solo tramite uno schermo. Poi, però, mi sono ripresa pensando che… chissà, prima o poi potrei incontrarli davvero!

 

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