Un incontro con Camille e Alison di ‘Hold me’ – romanzo di Stefania Fiorino

Buongiorno libromani tanosi,
qualche giorno fa mi sono recata a fare colazione in un posto davvero speciale per me. Si tratta del bar Margaery del ibro ‘Hold me’ di Stefania Fiorino. E, proprio lì, mentre mi gustavo una fetta di torta ciocco-cocco ho avuto il piacere di conoscere Camille Blaise ed Alison Amber.

Ovviamente, ve lo confesso, non è stato un caso, avevo appuntamento con loro e per non farci disturbare dagli altri personaggi della storia, ci siamo incontrate nel luogo di lavoro di Alison. Mentre lei preparava quelle che sarebbero dovute essere, in teoria, le ultime colazioni della mattinata, io iniziai ad osservare ogni cosa avessi intorno: l’atmosfera che si respirava mi piaceva proprio e, a dirla tutta, ogni tanto il mio sguardo veniva calamitato dal collega di Alison, Jared. Non era al bancone, ma era intento a fare avanti e indietro nel tentativo di riempire alcuni mobiletti, raggiungibili solo dal personale, con del caffè, latte in polvere e chissà cos’altro tra bottigliette d’acqua e bibite varie. Mi ritrovai a scuotere la testa nel vedere come alcune ragazze sedute direttamente al bancone se lo stavano mangiano con gli occhi… povere! Ehi, ma niente spoiler, giusto? 

Diciamo che Camille, anche se in ritardo, arrivò giusto in tempo per salvare sia me che voi. Appena si sedette sorrise amabilmente ad Alison che senza bisogno di ordinazioni le portò un muffin ai mirtilli e uno, più piccolo, al cioccolato. 

«Ciao Cami, è proprio un bellissimo posto questo qui, a parte per Allison che deve ancora lavorare, sono felice di aver accettato di incontrarci qui. Come prima domanda, mi piacerebbe chiederti quale è il miglior dolce che si mangia qui e che ne pensi di Jenny, la proprietaria?»

La ragazza intervistata si sistemò i capelli biondi e liscissimi all’indietro per dare un morso sicuro al primo muffin e, prima di ripetere il gesto, mi sorrise nel rispondermi. 

 

«Ciao Giulia! Sono più che felice di rispondere alle tue domande. Devi sapere che io sono una grande intenditrice di cibo. E anche se Alison ha appena inarcato le sopracciglia con aria scettica, ti assicuro che sto dicendo la verità! Dicevo, essendo innamorata del cibo posso risponderti senza il minimo dubbio che il dolce migliore del Margaery, è senz’altro la Chiffon Cake! Non so se tu l’abbia mai assaggiato, in caso contrario devi assolutamente, offro io!

Può sembrare una semplice torta di quelle che qualsiasi nonna cucina in casa, ma ti assicuro che ti conquisterà al primo morso!

Per quanto riguarda Jenny… scusa se abbasso la voce, ma ho sempre l’impressione che ci ascolti anche se non è qui! Beh, non rende la vita semplice ad Alison, e sinceramene con quella crocchia in testa che osa definire capelli, non ha di certo un aspetto simpatico!

Diciamo che se la schiavitù fosse ancora legale, per Aly non ci sarebbe scampo!»

 

Una volta terminato di parlare alzò la mano come a scuola per attirare l’attenzione di Alison e ordinò due fette di Chifon Cake, non feci in tempo, vi giuro libromani tanosi, a bloccarla. Dopo la ciocco-cocco non ero sicura che sarei riuscita a mangiare qualcos altro, ma quando Alison arrivò al nostro tavolo con la Chifon, miseriaccia, appena portai alla bocca la prima forchettata capii cosa Camille intendesse. 

«MA QUANTO È BUONA! Senti ma, parlando di ‘Hold me’ secondo te qual è l’obiettivo che Stefania voleva raggiungere con questo romanzo? Perché ha raccontato la vostra storia? Tu rispondi, io intanto mangio!»

Prima di rispondere, la vidi fare un sorriso divertito, Camille è così: solare, energica, piena di vita e amante dei dolci!

«Le intenzioni di Stefania sono sicuramente nobili, ma le consiglierei di mangiare più cioccolata e addolcirsi un po’! Delle volte sembra divertirsi a crearci problemi. Ma aldilà di questo, il suo messaggio è molto positivo: “Non soffocare noi stessi, e i nostri sentimenti”. Spesso scegliamo una via più facile, ma che poi si rivela più tortuosa e Stefania, in privato ovviamente, mi ha confessato che spesso lo fa anche lei, e che sta cercando di combattere questa cattiva abitudine. Vuole mandare un messaggio di speranza, ma lo vuole fare attraverso l’ironia, perché la vita non può essere fatta sempre di dolore, anche nelle situazioni peggiori può esserci un lato ilare.»

 

Camille espresse questo pensiero profondo, a cui mi trovai senza remore d’accordo, proprio mentre Alison poté prendersi una pausa e finalmente raggiungerci. Ne approfittai subito non sapendo quanto tempo potesse rimanere con noi.

«Eccoti qua, Alison. Immagino sarai stanca, mi dispiace che non siamo riuscita ad organizzare in un momento in cui eri più libera. A proposito di stanchezza, come ti sei sentita nel fare la cosa più spaventosa che Stefania ti ha fatto fare nel libro?»

 

«Ciao Giulia! Non preoccuparti, è sempre un piacere conversare con qualcuno che non assomigli un drago sputafuoco come una certa Jenny!

Beh, le cose spaventose che mi ha costretto a fare sono decisamente tante, troppe! Ma quella che ha messo a dura prova i miei poveri nervi è stata anche la più eccitante, ed è soprattutto una scena in cui ho preso coscienza di qualcosa che continuavo a rifiutare. Mi sono sentita pervasa da una paura cieca, ma poi ho abbandonato la titubanza, e mi sono sentita libera, e io non sono un tipo che non si rilassa mai. Ma per favore, convincila tu a non farmi ripetere mai più quell’esperienza! Tenta almeno!»

Appoggiai la mano su quella di Alison, per prima cosa complimentandomi per la torta, ma poi aggiunsi seria: «Ci proverò, parlerò con Stefy e cercherò di non farti fare salti nel vuoti, se così possiamo chiamarli.»

Lei mi annuì grata mentre Camille spostava lo sguardo da me a lei e poi, d’improvviso, scoppiò a ridere contagiando entrambe. 

«E, dimmi, cosa pensi dell’amicizia? Dico quella vera, che posso vedere tra te e Camille ad esempio. E dell’amore, che puoi dirmi?»

«Credo che l’amicizia sia un sentimento fantastico, certo se non hai una piattola fastidiosa come quella seduta al mio fianco. Ahi! Camille! Ti sembra il momento di prendermi a pugni?

Dicevo… l’amicizia ti salva Giulia, spesso affrontiamo dei momenti che non siamo in grado di superare da soli. Camille mi fa spesso arrabbiare è vero, ma non potrei mai immaginare la mia vita senza di lei. Anche perché significherebbe tornare finalmente a sentire senza le sue urla spaccatimpani. Ahi! Ok forse è meglio se riduco le battute, questa qui mi sta massacrando!

Se devo riassumere l’amicizia in poche parole direi: fiducia, sincerità, lealtà, ed esser pronti ad assorbire il dolore l’una dell’altra.

Ah, adesso mi prendi per mano Camille? Sei proprio una lecchina!

Per quanto riguarda l’amore, beh… non sono un tipo molto espansivo su questo argomento, ma l’amore per me è davvero complicato. A volte mi fa sentire debole, ma altre mi regala fiducia in me stessa. Non è facile fidarsi, ma forse sto scoprendo che non è poi così difficile.»

 

Mi sono ritrovata ad annuire convinta, Alison era così convinta di quello che diceva e, a parte le distrazioni a causa di Camille, rimase seria per tutto il tempo. All’improvviso la vidi scuotere la testa e sorridere come se avesse visto qualcosa di divertente alle mie spalle. Mi voltai e capii subito cosa, o meglio chi, la facesse ridere: Aaron era appena entrato nel bar e continuava a guardarsi intorno senza vederci. È vero, eravamo in un angolo appartato e lontano dalla porta, ma era proprio buffo mentre cercava le ragazze. Quando ci individuò venne verso di noi a passo veloce e sicuro, salutandomi e dicendo rivolto alle due: «La carrozza è arrivata, principesse, l’altro principe è in macchina che non ha trovato parcheggio. Non si trova più un garzone libero da queste parti!»

Alison alzò gli occhi al cielo e Camille gli diede uno schiaffo su un braccio quasi inorridita dalla sua battuta, mentre io approfittai per fargli una domanda. Mi si era appena presentata l’occasione di intervistare persino lui, oltre alle ragazze, non potevo perdere occasione! L’altro principe avrebbe aspettato altri cinque minuti e via!

«Ciao Aaron, so che hai fretta, ma prima di andare, posso farti una mini domanda? Sono certa che ti divertirai nel rispondere.»

«Ciao, sono un Moore dedico il mio tempo solo alle cose interessanti. Ma se si tratta di mettere in imbarazzo Alison sono pronto a farmi intervistare anche tutti i giorni! Non guardarmi così tigre, sai che amo metterti in imbarazzo!

Spara pure Giulia!»

 

«Bene! Cosa puoi dirmi di Allison e Camille? Come le descriveresti?»

Non posso evitare di dirvi che le due intervistate mi hanno, giusto per un attimo, fulminato con uno sguardo infuocato. Ma, ehi, sono rischi che un’intervistatrice è pronta a correre!

Aaron sorrise soddisfatto e prese a parlare: «Spero tu abbia molto tempo libero, potrebbero volervi delle ore! Alison ed io siamo amici da dodici lunghissimi anni, l’ho conosciuta un pomeriggio al parco e da lì non me ne sono più liberato. Ehi! Non lanciare il portatovaglioli Aly! Mi hai quasi preso!

Allora Giulia, visto che sono sotto tiro mi toccherà dire solo cose belle!

Aly è un’amica leale, ma soprattutto sincera, non è il tipo che te le manda a dire. Ho perso il conto delle volte che mi ha dato dell’idiota, ma te ne accorgerai tu stessa quando leggerai il libro!

Tenta sempre di salvarmi in un modo o nell’altro, e sai quale è la cosa più assurda? Ci riesce sempre! Se non fosse stato per lei, probabilmente oggi sarei un uomo freddo e arcigno, proprio come… beh! Lasciamo perdere! Alison smettila di sorridere così tanto, sei inquietante!

Passiamo a Camille. Lei è completamente diversa da Alison, è allegra, adora far casino, mette in disordine tutto ciò che trova, ma ha un ruolo altrettanto importante nella mia vita. Mi ha impedito spesso di far delle stupidaggini, e ha inciso molto su quello che sono adesso.

Senza queste due donzelle sarei un badboy qualunque! Invece sono un badboy sexy! Ok, la smetto, non inceneritemi con lo sguardo.  Cara Giulia tu vedi due ragazze, ma ti assicuro che valgono come cento, e sono tutte guerriere assetate del mio sangue! E lo berranno senza tentennamenti se sbaglio un singolo passo!»

Dallo sguardo che Camille e Alison mi avevano lanciato quando avevo posto la domanda a Aaron, seppi che non mentiva, ma ero ancora, e lo sono tutt’ora, che lui sia un asso nel mettere a dura prova la pazienza delle due! Stavo per esternare il mio pensiero, quando il suono di un clacson ci fece sobbalzare.

«L’altro principe?» Chiesi divertita.

Quando Aaron annuì li lascia andare, non prima di averli ringraziati di esistere a averli abbracciati, uno per uno. 

 

CLICK SULL’IMMAGINE PER IL LINK DI ACQUISTO!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.