‘Sogni, stelle e sussurri’ di Francesca Murgia

Titolo: Sogni, Stelle e Sussurri

Autrice: Francesca Murgia

Genere: Favola

Caratteristiche: 134 pag. – cartaceo

Trama: “Un faro nel cielo al confine fra due galassie. La sua guardiana solitaria, la luce argentata di una stella che illumina la via ai viaggiatori dell’universo. Comincia così questa piccola favola dove l’impossibile si confonde con il possibile. Una storia dove sogni, stelle e sussurri, insieme, sono protagonisti di un magico volo nell’incredibile, dove la fantasia è vera quanto la realtà… e in cui niente di ciò che accade è un caso…”

 

Recensione della Tana:

Chi mi segue nelle mie pagine facebook o qui nel sito, sa che molto spesso nomino i sogni come qualcosa che va seguito. Se la nostra passione ci vuole portare in un posto, perché non seguirla? Poi si avrà del tempo – si spera – per capire se quel sogno fa davvero per noi o no. Ma se non si prova… come si può capire se si sta rinunciando alla nostra stessa esistenza?

L’autrice di cui mi occupo oggi, Francesca Murgia, oltre che realizzare un suo sogno, parla di questi anche nel suo romanzo proprio per farci credere a grandi e piccini. Difatti il suo libro può essere benissimo inteso come una lettura della buonanotte. Cosa intendo con lettura della buonanotte?

I romanzi che conciliano il sonno, che fanno fermare una mamma o un papà al bordo del letto del figlio/a e gli permettono di leggere una favola. Questa concilia il sonno dei pargoli e li aiuta a sognare solo cose belle, sogni da cui è difficile svegliarsi perché cosparsi della polvere delle stelle. Francesca stessa sembra una messaggera di quegli stessi sogni di cui narra.

 La protagonista, la Guardiana di un faro immerso nell’universo, ha il compito di controllare che la luce che fa da guida per le navi portatrici di sogni e ricordi non si spegni mai. La sua vita sembra monotona ma lei ha un amore che le tiene compagnia: i suoi libri! E’ un po’ come noi avidi lettori in cerca ogni volta di qualcosa di nuovo da sgranocchiare, non con i denti, ma con gli occhi. Spero mi lasciate passare questo paragone non proprio perfetto, ma per me si tratta di peccare quasi di ingordigia quando si ha tra le mani un libro nuovo e si finisce in men che non si dica… per voi no? Ecco la Guardiana me l’immagino così, sulla sua sedia a dondolo che legge e legge. Alza la testa solo per salutare o ascoltare qualche storia dei capitani delle navi che passano di lì. Poi, un giorno, qualcosa cambia. Il suo sguardo incontra quello di un Pirata che con il suo drago si trova a passare per la prima volta in quelle acque, anzi in quel cielo. E fu subito amore.
Ecco qui un’altra caratteristica, forse irreale, ma dolce del romanzo di Francesca: l’amore a prima vista. Quello tra la Guardiana e il Pirata è un amore a battito di ciglia e anche se lui continua il suo viaggio, senza una parola, è amore. Mi piace vedere questo come una metafora della speranza del bene anche nell’universo, lontano e vicino da noi…

Francesca Murgia qui adotta uno stratagemma. La Guardiana afflitta dal non ritorno del suo Pirata, appare triste e sconsolata agli altri capitani delle navi, e così uno per uno iniziano a raccontarle ricordi, sogni e storie… quelle stesse che troverebbe forse nei suoi libri ma che così scopre il piacere di ascoltare. Il guardiano di un faro a chi lo vede da lontano appare solo… ecco che qui si comprende come lei non lo sia affatto.

Tramite i vari racconti, il lettore, viene trasportato ogni volta in un mondo fiabesco e incantato, dove i sogni fanno da padroni e si scopre che se ogni notte noi sogniamo, qualcuno che ce li porta poi questi sogni c’è. Vi ricordate il proverbio: non è oro tutto ciò che luccica? O almeno non lo è da subito? Bè in questo romanzo scopriremo come il portare sogni a chi dorme sia diventato un forte business senza tralasciare i colpi di scena e le litigate :p Perché se noi sogniamo qualcuno che veglia sul nostro sogno c’è!

Parlando di cose tecniche credo che le si debba fare i complimenti per la copertina, è magica quasi quanto le favole che narra al suo interno. Lo stile appare semplice, dolce e alla portata di tutti, grandi e piccini. E’ anche vero che, per gli occhi più attenti, si vede il mancato passaggio a un editing abbastanza attento da scorgere e dunque togliere alcuni refusi. Si sono trovate alcune virgole che vanno a separare il soggetto dal verbo o la p della parola pirata a volte grande altre volte minuscola. In questo caso, infatti, di solito si sceglie che enfasi dare al personaggio, se personificarlo o no, e poi si decide riguardo alla prima lettera del nome. Altri refusi sono presenti ma le frasi usate da Francesca, in molti casi molto vicine a una poesia, reggono la vicinanza con essi. Non nascondo che l’intero romanzo ha delle potenzialità e che senza questi refusi il tutto sarebbe scorso ancor più velocemente. E’ anche vero che quando ci si trova davanti a un sogno si cercano le varie strade che porteranno a esse e poi si sceglie la più consona a noi. Credo che in questo caso l’autrice abbia fatto la scelta giusta: quella di pubblicare!

Vorrei ribadire che questo romanzo è un sogno per chi lo ha scritto e chi lo leggerà.

 

-Hanna McHonnor

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