‘Le porte della morte’ di Arthur B. Waltmire

Titolo: ‘Le porte della morte’

Autore: Arthur B. Waltmire

Traduttrice: Annarita Tranfici

Genere: Classico

Caratteristiche: 27 pp. – formato ebook

Trama: “Le porte della morte” è l’unico racconto pubblicato dello scrittore americano Arthur B. Waltermire (finora non disponibile in lingua italiana). Si tratta di un’opera di poche pagine, breve e molto scorrevole, il cui tema portante è il mistero più grande dell’esistenza, quella condizione che ci rende tutti uguali e a cui nessuno di noi potrà sottrarsi: la morte. La morte, nel testo dello scrittore americano, è osservata da due prospettive e angolazioni completamente differenti: quella del signor Judson McMasters, uomo ricco e distinto, di famiglia benestante, conosciuto e rispettato da tutti e il quella del fedele servitore Hiram Biggs, il quale è al servizio della sua famiglia da generazioni, fin da quando era un ragazzino.

La scena si apre nella camera da letto del signor McMasters, affetto dalla stessa terribile malattia che ha causato la morte prima di suo nonno e successivamente di suo padre. Un morbo ostinato e che non perdona, che lo trattiene a letto, ne esaurisce le forze e lo consuma lentamente, giorno dopo giorno. Biggs, da parte sua, con tutte le premure, l’affetto e l’umiltà che un fedele servitore è capace di assicurare al padrone che ha accettato di servire per tutta la vita, si preoccupa della sua salute e intrattiene le sue giornate, riservandogli sempre lo stesso atteggiamento comprensivo e paziente. Il racconto si snoda tra indicibili confessioni, dubbi e riflessioni sulla vita, su ciò che questa ha significato per il moribondo e su quanto avrebbe potuto essere migliore, con un colpo di scena finale da cui, ogni lettore, potrà trarre le proprie, personali, conclusioni.

Recensione della Tana:

 

Mi sono sempre chiesta quale sia il criterio che si debba tenere conto per decidere se tradurre o meno un’opera nella proprio lingua. Credo che un fattore molto importante sia il numero di vendite che quest’opera ha avuto nel suo paese. Se vendi a casa tua, forse venderai anche all’estero.
Non so, ovviamente, se questo ragionamento valga per tutti i romanzi oppure no. Quel che so è che amo i classici e sono stata davvero felice quando Annarita Tranfici mi ha informata che, oltre a ‘Le Anime Bianche’, già trattato nella Tana, la sua penna aveva tradotto anche ‘Le porte della morte’ di Arthur B. Waltermire. Titolo originale ‘The door of death’.

Ma prima di passare a parlare del romanzo, darei alcune informazioni basilari, rispondendo a due domande di somma importanza.

 

 Chi è Arthur B. Waltermire?

 

Arthur Beecher Waltermire (1888-1938) fu uno studioso, scrittore, viaggiare, musicista e insegnante. Nacque e crebbe nell’ Ohio e studiò alla State Ohio University. Andando avanti con la sua vita, si trasferì con la moglie a Columbus, e scrisse un unico racconto per il periodico Wird Tales (pulp magazine statunitense di racconti horror e fantastici). Tale racconto è poi diventato oggetto di questa recensione. Sì, esatto. Stiamo parlando de ‘The door of death’.

 

Chi è Annarita Tranfici?

 

Annarita è un’artista nel campo letterario, napoletana di nascita ma di adozione londinese, ha le mani in pasta in diversi progetti letterari. Alcuni esempi -> la traduzione del romanzo ‘Il ballo’ di Némirovsky per la collana Libreria Internazionale della casa editrice Montecovello, la cura di una rubrica culturale intitolata Phenomena per il network SociArt Network e scrittrice di ‘I due volti di nuova Delhi’ pubblicato con Lettere Animate.

 

Riprendiamo a parlare del romanzo ^.^

 

‘Le porte della morte’ è un romanzo in cui la fine di ogni cosa, intesa come morte, è affrontata in due angolazioni o prospettive diverse tra loro. Il romanzo, pur essendo breve, non lascia andare il lettore senza averlo dapprima fatto riflettere. La morte è qualcosa su cui si deve calcolare ogni minimo dettaglio, come farebbe un banchiere qualunque? O un atto di Fede? Ho scelto di scrivere la parola Fede con la f maiuscola per ricalcare lo spirito dell’autore e della traduttrice nel romanzo. Diciamo per continuare a far comprendere l’alone di importanza che questa ha nel libro. La morte, dunque, è il tema trattato da Waltermire.
Lo scrittore ne narra le vicende e i misteri, prendendoli da due punti di vista diversi, fino a che all’improvviso il lettore si trova alla svolta decisiva del racconto, senza quasi nemmeno rendersene conto. E cosa trova al di là di poche pagine? La fine.

La fine, infatti, è la parola da usare non solo per il protagonista, il signor McMaster, ma anche, e forse più a maggior ragione, per il suo servitore Biggs.

Nonostante sia, come già detto, un romanzo breve, ho notato come i vari elementi che amo trovare in una storia siano tutti presenti. Abbiamo una trama accattivante, delle parole che fanno riflettere, una corretta e interessante caratterizzazione dei personaggi, non solo i due principali ma anche del secondario (un dottore) e c’è una svolta finale che ti lascia in un primo momento allibito, ma che poi, nella tua testa, si avvia pian piano verso un senso compiuto.

Il romanzo si apre in un modo, contrariamente al finale, chiaro e subito comprensibile. Il padrone di casa, il signor. McMaster, sta morendo per la stessa malattia del nonno e del padre. Ma nessun dottore, nonostante gli anni passati, è in grado di trovare una cura adeguata. Ecco come le riflessioni sulla morte prendono il via, da una parte il signore che sta per morire e dell’altra il servitore di famiglia che non vuole questo accada… vi ricordo che niente apparirà come sembra…

 

“… Perché la morte può ingannare, deridere, giocare a dadi col destino. Perché la morte è l’unica a poter scegliere di farvi tirare un’altra mano di carte o chiudere gli occhi per sempre…”

 

[cit. Introduzione ‘Le porte del mare’ traduzione Annarita Tranfici]

 

 

Ho deciso di riportarvi queste frasi perché, credo che, tengano racchiuso in loro l’essenza del romanzo. Curiosi, eh?

Concludo, consigliando il romanzo a chi ama i classici, gli enigmi e non ha paura di riflettere sul perché della morte o sul perché questa venga a noi per giocare e molto spesso, prendendoci per il naso. McMaster, ora, lo sa!

 

-Hanna M.

 

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