‘La casa dalle radici insanguinate’ di Roberto Ciardiello

Titolo: La casa dalle radici insanguinate

Autore: Roberto Ciardiello

Genere: thriller/horror

Caratteristiche: cartaceo – ebook – 224 pp.

Trama: Cupo, Mago, Skizzo.
Tre figure in agguato nell’oscurità, tre predatori in mezzo agli alberi, un unico obiettivo: svuotare la cassaforte di Villa Marchetti, residenza di facoltosi gioiellieri romani.
Il piano: sorprendere la coppia di ritorno dal lavoro, entrare in casa, arraffare il possibile e filare verso una nuova vita, lontano dalla periferia degradata della città.

Un gioco da ragazzi, come armare il cane di una pistola dalla matricola abrasa. Cupo, Mago e Skizzo questo credevano.
Finché non hanno aperto la porta sbagliata.

Recensione della Tana:

 

Terminata la lettura di un romanzo letto tutto d’un fiato, non resta che mettersi al pc e buttar giù la recensione. L’unico problema che si rileva è: dove iniziare per non saltare niente di ciò che la mia mente da lettrice mi sta dettando per parlarvi de ‘La casa dalle radici insanguinate’ di Roberto Ciardiello?

Iniziare dal principio, qui come in tantissime altre occasioni, sembra la mossa vincente, perciò adotterò anche io questo metodo ^-^

La casa dalle radici insanguinate’ è entrato nelle mie grazie perché niente di ciò che viene letto è come sembra, il risvolto improvviso è sempre dietro l’angolo, il mistero si infittisce in una districata rete fino all’ultima pagina… Mai la sensazione di fine si fa sentire, ma tutta la lettura è un crescendo di raccogliere indizi, incastrare pezzi di un puzzle nascosto e un creare teorie su che cosa le chiavi trovate da Cupo, Mago e Skizzo possano aprire. Chiavi trovate in una cassaforte. Chi mai nasconderebbe delle chiavi in una cassaforte?

La cassaforte è stata trovata in Villa Marchetti, la villa in cui decidono di fare un colpo – dentro e fuori in pochi attimi – che nasconde ben più di quello loro tre si aspetterebbero di vedere: un segreto che non sfiorerebbe nemmeno la mente di voi lettori; una piaga che solo il signore e la signora Marchetti conoscono perché vissuta da molto, molto vicino.

Roberto Ciardiello ha la grande capacità di incollarti alle pagine del suo romanzo dal prologo, corsia preferenziale diretta al centro – al cuore – della storia.

Lo stile che vi troverete davanti è scorrevole, senza fronzoli di troppo, e con descrizioni reali dalle tinte cupe e oscure. La cantina, ancora una volta, un luogo di sofferenza e abnegazione. L’oscurità immobile della notte tinta del rosso del sangue di chi osa entrare e non conosce i limiti di chi ci si trova davanti.

Cosa si nasconde davvero nelle profondità di quella casa? Tra le sue radici?

Il punto di vista della storia, i movimenti dei personaggi, sono mutevoli e cambiano nel corso della narrazione. Non sono rari momenti in cui potrete leggere cosa capita a Cupo, a Skizzo, a Mago e ai signori Marchetti, entrando dentro le loro teste e le loro scelte. L’autore è in grado di ribaltare il vostro pensiero e i personaggi per cui vi troverete a patteggiare, il tutto in un mix di sensazioni e descrizioni accurate e dal gusto poetico.

 

L’autore scrive:

“La pioggia di febbraio affogava le tenebre”

[cit.]

 

L’intero romanzo pieno di metafore e moti d’animo svelati fin dentro l’anima dei protagonisti e non solo; le tenebre stesse sembrano bisbigliare il loro essere…

Quello che sembrerebbe iniziato con un incontro tra tre amici, una riunione per decidere come appurare un colpo, un furto che dovrebbe renderli ricchi senza troppo impegno, si rivela un incubo ad occhi aperti, uno di quelli da cui non ci si risveglia se non nel Paradiso al di là di una finestra aperta: unica ancora di salvezza.

Skizzo si ritroverà davanti a quel salto. Davanti una finestra aperta verso la libertà. Alle spalle il ghigno di una bestia selvaggia pronta a sbranarlo. Una bestia pronta a colpire, celata nell’oscurità per tanto, troppo tempo, con denti aguzzi tinti del sangue delle sue vittime.

 

E voi, volete vederla davvero una bestia?

 

 

Il lavoro di scrittura e pubblicazione del romanzo nasce da un attento e scrupoloso lavoro, non sono stati intravisti errori e la storia ha una sua logicità ben definita. Gli stessi capitoli suddividono la storia in più parti, alcune chiamate ‘intermezzi’ che proprie come pause musicali donano un occhio esterno alla vicenda, monitorando il senso di appartenenza dell’oscurità al raccontato.

L’epilogo, poi, è qualcosa di fantastico. Di solito non sono molto amante dei finali aperti, ma mi rendo conto che in questo caso ciò che conta davvero è la mente, anzi la fantasia del lettore che da lì in poi ha il compito di capire come la storia andrà a finire. La storia si ripeterà?

 

La bestia mieterà nuove vittime o, al contrario, creerà seguaci?

 

Vi invito alla lettura di questo romanzo, non abbiate paura di immergervi in una storia dagli intrichi raffinati e oscuri…

 

 

 

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