‘Il giovane Holden’ di J.D. Salinger – recensione

Sta per iniziare il fine settimana e io voglio parlarvi di una lettura che ho fatto in questo periodo, non un libro emergente o da poco sulla piazza, ma ‘Il giovane Holden’ di Salinger: ecco spiegato perché si trova nella nuova sezione La tana dei libri conosciuti.

Titolo: ‘Il giovane Holden’
Autore: J. D. Salinger
Genere: classico, narrativa
Editore: Einaudi
Formati: copertina rigida, flessibile
Pagine: 251

Trama: Sono passati più di sessant’anni da quando è stato scritto, ma continuiamo a vederlo, Holden Caufield, con quell’aria scocciata, insofferente alle ipocrisie e al conformismo, lui e tutto quello che gli è cascato addosso dal giorno in cui lasciò l’Istituto Pencey con una bocciatura in tasca e nessuna voglia di farlo sapere ai suoi. La trama è tutta qui, narrata da quella voce spiccia e senza fronzoli. Ma sono i suoi pensieri, il suo umore rabbioso, ad andare in scena. Perché è arrabbiato Holden? Poiché non lo si sa con precisione, ciascuno vi ha letto la propria rabbia, ha assunto il protagonista a “exemplum vitae”, e ciò ne ha decretato l’immenso successo che dura tuttora. Torna, in una nuova traduzione di Matteo Colombo, il libro che ha sconvolto il corso della letteratura contemporanea influenzando l’immaginario collettivo e stilistico del Novecento.

Recensione tanosa

Era da anni che volevo immergermi in questo libro di Salinger, ma non ne avevo mai avuto occasione. Fino a che il mese scorso ho sentito che era giunto il suo momento, complice l’averlo trovato su uno scaffale di un supermercato che – per la mia gioia – vende anche alcuni libri. Anche voi li amate?

Fin dalle prime pagine ‘Il giovane Holden’ mi è sembrato molto interessante per il modo di rivolgersi direttamente del protagonista a noi lettori . Tutti i suoi pensieri nel narrare sono carta trasparente per noi che, come delle mosche incuriosite dai suoi comportamenti, lo abbiamo praticamente seguito ovunque. È stato un enorme, scivoloso e infinito flusso di coscienza dove ogni cosa è descritta attraverso i suoi occhi. Proprio per questo noi lettori possiamo arrivare a delle conclusioni a cui lui, per il momento, non arriverà mai, troppo immerso dentro ciò che sta succedendo per vedere le cose con un punto di vista esterno.
Mi sono spesso chiesta cosa avrebbe pensato l’Holden cresciuto, del futuro, nel ripensare esattamente alle cose dette e pensate nel passato. Sì, mi ha fatto riflettere anche su come noi, effettivamente, ci riguardiamo indietro dicendoci ‘Ah ma cosa avrò mai pensato per agire così!’, quando in quel momento le nostre azioni erano perfettamente in linea con ciò che credevamo giusto. Mi sono, quindi, soffermata a pensare su cosa Holden avrebbe pensato di se stesso, lui che è così riflessivo, un po’ a parte dalla società in cui vive ed è cresciuto. Società tra l’altro diversissima anche dalla nostra.

Alcuni passaggi sono più avvincenti e si seguono in modo più fluido rispetto ad altri e ora che ho concluso il libro credo che sia anche questo un suo punto a favore. ‘Il giovena Holden’ non è altro che il racconto, dettaglio su dettaglio, di ciò che Holden fa, pensa, vorrebbe fare, spera di imparare, in un determinato periodo della sua vita in cui sa che dovrebbe aver già scelto la strada che lo porterà ad essere adulto, ma in cui ancora ha così tanti dubbi su chi vuole essere che quella stessa strada si dissesta al suo semplice passaggio.
E non è così la vita di tutti noi?
Ci si chiede di scegliere un indirizzo di scuola a soli tredici, quattordici anni, quando non si comprendono ancora molte, troppe, cose del mondo.

Holden, nel suo peregrinare, incontra tanti altri personaggi, amici, conoscenti o perfetti conosciuti, che lo aiuteranno a capire che andarsene e mollare tutto – compresa la sua sorellina – non è forse la via giusta da seguire. 


ll suo lungo viaggio è un percorso di formazione per lui sicuramente, ma anche per noi che lo accompagniamo!

 

 

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