Giorgia Spurio – storia di un’autrice

Buondì libromani tanosi,
oggi si riprendono le interviste nel blog ? e, sono sicura che, ne vedremo delle belle!

Iniziamo con Giorgia Spurio, autrice di diversi romanzi e poesie di cui, se avrete l’accortezza di scorrere giù, vi parlerà lei nelle risposte.

 

L’intervista

 

1. Ciao Giorgia, sono mega felice di poterti finalmente ospitare nella mia Tana ? Cosa ti andrebbe di dirci della tua passione per la scrittura? 

Ciao Giulia, innanzitutto ti ringrazio per questo spazio nel tuo bellissimo blog. Significa per me avere l’opportunità di farmi conoscere e di far conoscere i miei libri ai lettori, e per questo ti ringrazio tantissimo.

Riguardo alla scrittura e alla passione dello scrivere, penso che mi appartenga da sempre, è come quando a un certo punto pensiamo al momento esatto in cui abbiamo imparato a camminare, difficilmente potremmo ricordare l’attimo e l’età. Sicuramente prima della scrittura è nata la passione per la lettura. Ringrazio in particolare la mia insegnante delle scuole medie perché è stato quello il periodo in cui ho iniziato a collezionare letture e libri. Ero già una bambina con una fervida immaginazione che amava disegnare, inoltre a otto anni avevo già incontrato anche un’altra delle mie passioni che ancora oggi fa parte di me cioè la musica, e tutta la fantasia che mi apparteneva è cresciuta, si è sviluppata alla scoperta della parola scritta dei libri. Non so se forse in tutto ciò possano giocare la sensibilità e l’empatia che probabilmente mi appartengono. Ho iniziato circa all’età di 11 anni a raccogliere pensieri e esperimenti di poesia in piccoli quaderni tenuti nascosti in uno zainetto di tela rosa e verde. La timidezza mi frenava a far leggere i miei scritti, così acerbi. Passavano gli anni e lo zainetto si riempiva con quaderni scarabocchiati con inchiostro blu o nero, con poesie, storie, fiabe, racconti. A 18 anni ho avuto il mio primo pc, il primo portatile, e così dopo il diploma, durante l’estate ho deciso di copiare le mie poesie su file Word. Ho inviato le sillogi a case editrici e dopo un anno circa è stata pubblicata la mia prima raccolta di poesie adolescenziali “Pensieri d’inchiostro”. Dopodiché ho avuto una pausa nella quale continuavo comunque a scrivere ma ho pensato all’università. Dopo la prima laurea ho voluto provare i concorsi letterari come consigliato da alcune case editrici. I premi letterari sono formativi inoltre hai la possibilità di conoscere altri autori e scrittori. Ma soprattutto grazie alla vittoria conosci gli editori, e così ho pubblicato i miei primi libri di poesia. Difatti per me inizia il mio percorso letterario con la silloge “Quando l’Est mi rubò gli occhi” pubblicata nel 2012 dopo il premio del Centro Giovani e Poesia di Triuggio di Alessandro Villa. Poi ho voluto dedicarmi anche alla narrativa scrivendo soprattutto racconti e fiabe raccolti in antologie, fino a quando negli ultimi tre anni ho pubblicato due romanzi e un libro di storie per bambini e ragazzi.

Non so se ci sia un momento in cui realmente pensavo al “lavoro” di scrittrice, ma ricordo gli attimi da bambina in cui mi trovavo fuori casa ed ero alla ricerca di un pezzo di carta dove poter scrivere un pensiero o dei versi che mi volteggiavano all’improvviso in testa. Ricordo una sera a casa di una zia che per scherzo parlò proprio di questo mestiere guardandomi scrivere dalla finestra, perché io mi ero appartata in un angolo del terrazzo. Per me la scrittura è sempre stata qualcosa di molto intimo quindi nel momento dell’ispirazione cerco di nascondermi dagli altri e di sviare gli sguardi. Tuttavia spero che nel momento in cui qualcuno legga le mie parole ne possa essere pienamente travolto con sensazioni, emozioni, riflessioni, anche contrastanti.

 

2. Quando crei, com’è? Come senti arrivare in te l’ispirazione?

È difficile definire con una parola il momento dell’ispirazione. Mi viene in mente “Uragano”.

Si crea come “un vortice di venti” di pensieri, scene, immagini, suoni, profumi, sensazioni da riordinare nel verso di una poesia o su una pagina bianca di prosa.

La poesia è più viscerale. Nasce potente e non può resistere, deve essere immediatamente materializzata su carta. Anche se le mie sillogi poi vengono rilette e risistemate perché seguano un tema principale o comunque un filone comune che tenga unite le liriche all’interno.

La narrativa è diversa. A volte ho dei flash, attimi di luce su di una scena, su una fotografia mentale.   A volte ho la descrizione di una persona, così prendo appunti. Mi si presentano davanti, persone reali, di cui custodisco il ritratto. Ogni cosa che mi viene in mente la trascrivo per non dimenticarla, poi quando decido di scrivere un romanzo, ho capito quanto sia importante la continuità, giorno per giorno nel quale pian piano il libro prende forma e con esso i suoi personaggi.

3. Mi piacerebbe che parlassi delle tue opere, romanzi, poesie o racconti, che ti hanno portato fin qui ?.

 

Ogni premio letterario è nel mio cuore ,con esso i luoghi, le città, gli organizzatori, gli autori.

Come ho accennato il primo è il premio Centro Giovani e Poesia di Triuggio a Monza con cui ho pubblicato nel 2012 la silloge “Quando l’Est mi rubò gli occhi” (Prometheus Edizioni) in cui in versi viene descritto un viaggio spirituale e umano, dall’Occidente all’Oriente, alla scoperta dell’Est, delle sue particolarità e delle sue tradizioni. Attraverso la scoperta di ciò che noi indichiamo come “il diverso”, fa modo che l’uomo possa scoprire se stesso, percorrendo le alte e le basse maree della Vita.

Poi la silloge “Dove bussa il mare” nel 2013 grazie al Premio L’Autore indetto dalla Maremmi Editori Firenze Libri. I mesi da marzo a maggio 2011 vengono zoomati e così raccontati denunciando le ingiustizie e le sofferenze. Protagonisti delle poesie sono lo tsunami che ha colpito il Giappone nel Marzo 2011 e le guerre scoppiate in Nord Africa e Medio Oriente, ma infine c’è sempre la piena speranza mista al coraggio dell’animo umano.

Nel 2015 è pubblicato il racconto lungo di genere erotico “L’odore del mare” con Damster Edizioni che racconta la vacanza di Giulia con le sue amiche all’insegna del relax, però incontrerà due ragazzi tra loro amici provando lusinghe da parte di uno e la passione per l’altro. Ma quando capirà che il suo sentimento è per uno solo, sarà invece difficile per il ragazzo se sacrificare ciò che prova in segno dell’amicizia o farsi travolgere dalle emozioni.

Sempre nel 2015 esce la silloge “Le ninne nanne degli Šar”, vincendo il premio L’Incontro della casa editrice Golden Press. La raccolta di poesie si può definire come un romanzo di formazione in versi. La realtà è descritta attraverso gli occhi di un bambino rom e si trasforma in ballate dove sono descritte nostalgie e scoperte, paure e felicità, senso d’appartenenza e dispersione, sicurezza e disorientamento, territori e paesaggi con i quali si mescola la magia che sembra intrinseca nelle cose, soprattutto nella natura, ma anche nei volti e nei movimenti delle persone descritte attraverso leggende e fiabe di diverse culture.

Nel 2017 esce il libro di poesie “L’orecchio delle dèe” che anche se non vincitore è comunque figlio di un premio letterario, il premio nazionale di Basilicata e Calabria, nel quale ho conosciuto la Macabor Editore, inoltre è pubblicato il romanzo storico “L’inverno in giardino” dalle Edizioni Montag grazie al premio di narrativa Le Fenici.

“L’orecchio delle dèe” è un diario che raccoglie confidenze e silenzi. Se esistesse un Olimpo chiederemmo alle dèe di ascoltarci, mentre tali divinità nella poesia non sono che personificazioni di paure, disgrazie, preghiere. Si vuol parlare della difficile situazione che vivono ogni giorno le donne, soprattutto le madri in particolare in alcune zone del mondo. Altrettanto difficile è la sorte dei bambini. Con i versi si esprime il dolore e la speranza di chi trova il coraggio di fuggire da guerra e fame intraprendendo il duro viaggio della traversata del Mediterraneo, ma anche il coraggio di chi ogni giorno intraprende l’ardua traversata che è la Vita.

“L’inverno in giardino” è un breve romanzo storico adatto come lettura per ragazzi. I primi attori del romanzo sono: una fanciulla in età da marito che ama la scienza e la medicina, una madre che non condivide le scelte di sua figlia, un affascinante tenente dell’esercito italiano. Lo scoppio della Terza Guerra d’Indipendenza, l’8 aprile 1866, cambierà i destini di Arianna e Filippo, costretti a gestire i propri conflitti e a condividere paure e segreti. Tuttavia ribellarsi al fato è inevitabile, tra felicità e sofferenza, due sentimenti che si riflettono sui colori di un meraviglioso giardino, prigione adorata di Arianna. Si racconta così uno spaccato di storia italiana, attraverso le peripezie di un amore e le avventure di una famiglia, attraverso le passioni per un’ideologia e la libertà.

Nel 2018 continua la collaborazione con la Macabor Editore uscendo il libro per bambini e ragazzi “I Bambini Ciliegio e altre storie” che raccoglie cinque storie tra cui “I Bambini Ciliegio” finalista al Premio Internazionale H.C. Andersen – Baia delle Favole a Sestri Levante nel 2014. È un libro ideale per piccoli e grandi, da leggere insieme per riflettere sull’infanzia, la magia, la natura, l’ecologia, il bullismo, la paura, il coraggio, i sogni, la famiglia, l’amicizia, il pregiudizio, le diversità. L’età di lettura consigliata è dai 7 anni in poi.

A novembre 2018 esce il romanzo distopico “Gli Occhi degli Orologi” vincitore del Premio Inedito- Colline di Torino nell’anno precedente e premiato al Salone del Libro di Torino. Edito da Il Camaleonte Edizioni, il romanzo racconta l’anno 2048. Dopo Le Nuove Crociate, ennesima guerra mondiale, gli Orologi sono diventati il dio del Tempo, lo strumento di controllo dei Governi. In questo mondo post apocalittico Julienne non vuole arrendersi alla desolazione. Lotta contro se stessa per dimenticare la propria famiglia e soprattutto suo padre ridotto dalla Grande Guerra a un “alieno”, a estraneo irriconoscibile, e rivuole la sua infanzia felice. Un pensiero su tutti la ossessiona: diventare madre tramite la clinica Le Monde, all’apparenza un motel per appuntamenti, dove incontra Frèd.

 

Anno 2048.

Dopo le Nuove Crociate contro il terrorismo e l’immigrazione, gli Orologi sono diventati il dio del Tempo, lo strumento di controllo dei Governi.

 

4. Cosa puoi dirci della tua ultima uscita ‘Gli occhi degli orologi’? ?

“Gli Occhi degli Orologi” è un romanzo che nasce dell’esigenza di riflettere sull’attualità delle cose. Gli allarmi inascoltati dei nostri giorni riguardanti i disastri ambientali, l’assenza di relazioni che fanno posto alla tecnologia sempre più ingombrante, l’intolleranza verso etnie e culture diverse, hanno messo in moto un meccanismo nella mia mente già stimolata dai romanzi “1984”  e “La fattoria degli animali” di Orwell, e dai romanzi distopici come “Fahrenheit 451” di Bradbury o altre opere di narrativa come quelle di Volponi, ad esempio “La macchina mondiale”, “Il pianeta irritabile” e “Le mosche del capitale”.

Ho voluto così sperimentare il genere distopico, ma che non fosse strettamente fantascientifico, piuttosto ho voluto dargli un taglio psicologico prendendo spunto dalle opere di Dostoevskij come “I Fratelli Karamazov” o “I Demoni”. Per le descrizioni dell’ambiente mi sono ispirata ai capolavori pittorici di Yacek Jerka, con un aspetto poetico e allo stesso tempo steampunk ripreso dagli anime giapponesi di Miyazaki. A me piace scrivere in prima persona così ho creato il mio personaggio Julienne, la ragazza protagonista che vive in un mondo controllato attraverso gli orologi. La sua libertà si esprime nei suoi ricordi d’infanzia e nelle sue fantasie. Alternando flashback che ricordano l’epoca prima della guerra mondiale del Le Nuove Crociate, il periodo bellico e poi il ritorno del padre, ricollego così i vari aspetti, le varie sfaccettature di questo personaggio che si trattiene nelle proprie azioni. Julienne si sente libera solo nel seguire un sogno d’amore che corrisponde alla ricerca della normalità e al voler diventare madre. Per lei riuscire a poter realizzare e soddisfare il suo desiderio di maternità significherebbe un riscatto a tutto ciò che purtroppo ha dovuto rinunciare durante l’infanzia, tuttavia questo voler essere madre significa realmente un riscatto o piuttosto potrebbe diventare un ricatto. Sono stata molto attenta alla costruzione dei flashback, soprattutto ai momenti di tenerezza con la madre e la sorella, cercando di catturare emozioni e commozione da trasmettere al lettore. Nel libro voglio esprimere l’importanza delle relazioni umane in un’epoca fredda in cui le uniche cose animate sono nate dalla tecnologia umana. In un’epoca post-apocalittica dove purtroppo le meraviglie naturali non esistono e le specie animali si sono estinte, si animano i robot come il Grande Rospo meccanico che scansiona nuovi oggetti ed individui, taxi a forma di alligatori o la metropolitana che sembra una lucertola, ma la protagonista è alla ricerca dell’amore, ha fame di relazioni autentiche, ha bisogno di gesti quotidiani che esprimano affetto.

La storia è nata giorno dopo giorno, capitolo dopo capitolo. Ho iniziato con un’idea, con appunti presi e tenuti fermi fino al momento giusto, con un inizio e una fine già chiari, ma la storia nel mezzo ha preso forma pian piano che conoscevo meglio i miei personaggi.

Così è nato il romanzo, con costanza e con notti passate in bianco.

 

Inoltre quest’anno sono tornata per la terza volta al Salone del Libro di Torino. L’anno scorso ero presente come finalista di Radio 1 Rai con un mio racconto pubblicato da Rai Eri e come giurata al Premio Inedito. La prima volta ero premiata proprio dal Premio con il mio romanzo “Gli Occhi degli Orologi” che domenica 12 maggio ho presentato al Salone di Torino in Arena Piemonte. Devo confessare che è emozionante veramente: gli occhi puntati, lettori curiosi, altri autori altrettanto presi da adrenalina, la copertina del libro proiettata sul megaschermo, l’atmosfera magica che si respira inevitabilmente all’interno del Salone, un’area fatta di incontri. Se dovessi descrivere il Salone di Torino userei in effetti il termine “Incontri”. La scrittura, la cultura, la lettura, quindi tutto ciò che rientra nel campo della letteratura, per cui dei libri, creano una fitta e meravigliosa ragnatela tra gli autori stessi, tra gli editori, tra i lettori e poi ricollegano questi tre elementi fondamentali del trinomio. L’incontro non può che arricchirci dal punto di vista culturale ma soprattutto umano.

 

5. E sui tuoi progetti futuri cos’altro hai da dirci? Sono molto curiosa!

Per i progetti futuri possiamo aspettarci di tutto. Ho in mente nuove raccolte di poesie ma pure nuovi romanzi, anche di generi tra loro molto diversi. Se per la poesia ho sperimentato raggiungendo un mio stile e un mio modo di scrittura, per la narrativa sono ancora in via di sperimentazione e mi piacerebbe scrivere storie anche molto diverse tra loro e appunto di generi differenti e molto lontani tra loro. La scrittura è un lavoro da scoprire pian piano, da coltivare, ma anche da tenere libero senza costrizioni.

Comunque per i prossimi lavori, sicuramente il blog del “La Tana dei Libri Sconosciuti” sarà il primo a sapere tutto e ad avere informazioni.

 

Ringrazio tantissimo il blog per questa intervista.

Vi ringrazio e vi aspetto sulle mie pagine di Facebook, Instagram e Twitter. I miei libri invece vi attendono o in libreria o nei bookstore online come Amazon, IBS oppure nei siti delle case editrici.

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