‘Danger’ di Ilaria Pasqua

Titolo: ‘Danger’

Autore: Ilaria Pasqua

Genere: thriller – fantascienza – lieve horror

Caratteristiche: 33 pp (circa) – ebook – cartaceo

Trama: In un giorno qualunque, Mark, a bordo della sua inseparabile auto, piomba in una sperduta cittadina dove occhi curiosi lo seguono attentamente. Si ferma solo per una pausa, deve infatti proseguire perché ha tanto materiale scottante da vendere durante la successiva tappa, ma non immaginerà di smarrirsi in un labirinto costruito da se stesso. Danger è un horror psicologico in cui passato e presente si rincorrono e scontrano senza fine.

 

Recensione della Tana:

 

Il mese scorso, ho fatto una recensione su uno dei romanzi facenti parte del progetto Sad Dog Project. Eccomi qui, ora,  a fine agosto, a pubblicare un’altra recensione su uno di questi romanzi.

La lettura di ‘Danger’ di Ilaria Pasqua è stata piacevole e scorrevole. Ho amaro particolarmente le descrizioni, sia fisiche che caratteriali, del protagonista. All’inizio, questo non ha nemmeno un nome – essendo il romanzo (breve) scritto in prima persona e non è che il protagonista si chiami da solo – ma man mano che scopriamo cose di lui, anche il nome verrà fuori. Mark, ecco come si chiama. Non ne sapremo mai il cognome. Questo del non conoscerne il cognome, secondo me, è sintomatico delle informazioni che poi il lettore riesce a capire su di lui dal testo. Non è uno di quei romanzi in cui sai ogni cosa del protagonista, si sa il necessario per non cadere in confusione. Confusione in cui si potrebbe cadere, se non si scorre con attenzione la storia di Mark.

Mark si ritrova a viaggiare per vivere. Deve vendere il contenuto di alcune borse che gli consegna un venditore. Non vedremo mai una scena in cui questo avviene, lo sappiamo perchè è ciò che Mark stesso sa. Anzi, in questo punto della narrazione, e siamo quasi all’inizio, mi è piaciuta la correlazione tra l’affermare del protagonista che ciò che fa è quasi una droga per lui e la polverina bianca (verrà chiamata solo così) che lui stesso trasporta.

A questo punto della storia, il lettore verrebbe portato a pensare che si tratti di una storia di droghe. E qui cascherebbe l’asino, come si suol dire. Per carità, andando avanti nella lettura si scorgeranno delle nubi nelle azioni del protagonista, un po’ come se agisse sotto l’effetto della droga, ma non credo che sarà mai sotot effetto della coca. Poi, se altri hanno letto il romanzo, potranno dirmi la loro.

Detto questo, vorrei sottolineare l’attaccamento morboso che Mark ha con la sua macchina. Questo mi ha ricordato moltissimo, non che ci siano riferimenti nel romanzo, è qualcosa di mio, con Dean del telefilm Supernatural. Potrete trovare, infatti, altri riferimenti in altre mie recensioni alla serie tv, vi avverto, perché è uno dei miei fandom preferiti. Mark, ritornando a ‘Danger’ darà anche un nome alla sua macchina, e sarà più di una volta nella storia, un suo punto di riferimento, non solo mentale ma anche fisico. Mi sono chiesta spesso il perché di questo. Mi piacerebbe, infatti, un approfondimento della vita di Mark e di Sonia (la macchina), prima delle vicende narrate. Mi rendo conto che forse non avverrà mai perché la storia narrata è fine a se stessa. E su ciò che avverrà prima nella vista di Mark, lo avremo solo sotto forma di stralci man mano che lui stesso se ne ricorda. O meglio. Man mano che la città, nascosta dietro il cartello ‘Danger’ farà ricordare a lui.

Ci sono delle scene, cose vissute da Mark, che mi hanno fatto passare i brividi. Scene che, almeno secondo me, passano vicino all’horror e al thriller.

Ora una nota di apprezzamento, che credo però vada a tuti i romanzi raccolti nella Sad Dog Project, e cioè che la presentazione generale di questi è equilibrata e invita il lettore a leggere. Non come alcuni romanzi in cui, purtroppo, il testo appare non giustificato o senza un ordine preciso.

C’è una frase di Mark che vorrei riportare perché è un riassunto di quasi tutto ciò che lui vive nel romanzo.

 

 “[…]valutare ciò che non era in grado di valutare.’

 

Ecco, in questo romanzo, non solo Mark non riuscirà a stare dietro, a valutare davvero ciò che gli starà accadendo, ma anche il lettore. Il quale, anche se non saprà valutare, però capirà che c’è un alone di mistero che aleggia nella città in cui lui si ferma. Una città che dovrebbe essere solo di passaggio, ma che in realtà inghiottirà Mark, la sua Sonia (la macchina) e la valigetta con tutto il suo contenuto. Ancora oggi, non ci è dato sapere dove siano finiti.

 

 

– Hanna M.

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