Come sono nate le poesie in ‘Dondolando sull’arcobaleno’ di Greta Guerrieri

Buon pomeriggio libromani tanosi,
con questo articolo voglio svelarvi che cosa si nasconde dietro le poesie del libro di Greta Guerrieri, cioè ‘Dondolando sull’arcobaleno’

 

 

Titolo: ‘Dondolando sull’arcobaleno’
Autrice: Greta Guerrieri
Casa editrice: self
Editor: Giulia Stefanini
Copertina e impaginazione: Laura Taibi
Genere: di formazione, stile diario
Pagine: 64
Formati: cartaceo, digitale

Data pubblicazione: 2 settembre 2020

 

Trama

 

Una spinta, due, tre… qui si dondola per non precipitare dove fa male.

 Il cuore non smette di sanguinare, i ricordi non cessano di ferire, nonostante si pensi che il passato, in quanto tale, non debba più avere a che fare con il presente. Il dolore ci insegue come schegge di vetro lasciate sul percorso della vita. Per farlo cessare, smettere, indietreggiare, è necessario riviverlo e scottarsi nuovamente.

Greta Guerrieri ci racconta l’oscurità del suo passato, il bullismo, i momenti in cui tutto sembrava finire e tacere, quando lei stessa preferiva il silenzio a un abbraccio dolce e appagante. Un percorso, una guida per chi, come lei, ha vissuto o sta vivendo esperienze simili. Un libro per arrampicarsi sull’altalena dell’arcobaleno.

 

Il perché delle poesie…

Quando Greta mi ha passato il suo libricino, questo suo grande sfogo di ciò che aveva passato fin da piccola, mi sono emozionata nel leggere le sue parole e quanto avesse sofferto. Le emozioni che ho provato sono state diverse: rabbia, impotenza, sbigottimento, gioia, felicità, rinascita… Sì, libromani tanosi, rinascita, perché Greta, nonostante le cadute, l’essere buttata a terra, si è rialzata e ha capito che là fuori il mondo è anche per lei. Tutto questo andirivieni di sentimenti ha fatto nascere delle poesie che sono state poi inserite da lei nel libricino a mo’ di divisione tra una capitolo e l’altro, una pausa, un momento di riflessione tra un dolore e l’altro.

Vi lascio in modo integrale la prima.

 

Dondolo sul pendolo

 

Buio era, buio rimane.

Quel che è stato scivola sulla pelle,

e i ricordi, come bolle vane,

strisciano fuori dalle celle solitarie.

 

Ogni cella è uno spillo di dolore,

il pendolo oscilla verso l’inferno

e, inerme, pronto alla sconfitta

esplode con un boato nel mio cuore.

 

Buio era, buio rimane.

Mi osservo da lontano,

quel che vedo è sofferenza immane:

mi tappa la bocca, le orecchie e il naso.

 

Apnea emotiva.

Questa è la mia storia.

 

Questo è ciò che mi lasciato la lettura del primo capitolo di ‘Dondolando sull’arcobaleno’, dove Greta parla del progetto, dell’oblio che si è ritrovata addosso e di quel pendolo che ha iniziato a vedere sempre e costante nella sua vita. Il dondolo della libertà…

 

 

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