Vi presento ‘Come una lama’ di Maria Vittoria Pichi

Venerdì 6 aprile si è svolto in Palazzo Baviera nella città di Senigallia un evento dedicato al romanzo ‘Come una lama‘ di Maria Vittoria Pichi.

Un romanzo autobiografico in cui l’autrice ci racconta del suo arresto, prigionia (per cento giorni nel carcere femminile di Venezia) e proscioglimento dalle accuse politiche con cui lei e il suo compagno di allora, Paolo, erano stati incriminati.

 

 

È la mattina del 28 dicembre 1981 quando Maria Vittoria viene arrestata perchè accusata di avere dei volantini di propaganda terroristica in macchina.
Sono anni duri, definiti ‘anni di piombo’, che hanno il loro culmine con il rapimento del generale Dozier rivendicato dalle Brigate Rosse.

Dozier era il comandante della NATO nell’Europa meridionale.

Dopo il suo rapimento le forze armate si mobilitano per ritrovarlo e, nel fare questo, arrestano qualsiasi persona che possa anche solo essere sospettata di avere contatti con i rapitori.

Sono in tanti a ritrovarsi nella stessa condizione di Maria Vittoria Pichi e ad aver trovato il coraggio di sfogarsi, di scrivere, di pubblicare la loro storia piena di rabbia e tristezza, rimasta dilaniata da quei giorni.

 

Durante la presentazione a Palazzo Baviera Claudio Alfonsi ha prestato la sua voce per anticipare a noi lettori alcune parti più salienti della storia di Maria Vittoria Pichi.

 

 

 

 

 

 

Maria Vittoria con coraggio racconta delle visite che i genitori erano costretti a farle al carcere femminile di Venezia e, con tristezza, ricorda quei momenti tramite un capitolo del romanzo.

 

 

Sono delle sensazioni forti quelle che le vicende di Maria Vittoria hanno lasciato in tutti noi presenti in sala. Scrosci di applausi sono intervenuti per supportarla, scaldarle il cuore  e per non farla più sentire sola.

Senigallia ha accolto il suo romanzo con grande fervore, nonostante agli albori del suo arresto, essendo una piccola cittadina, aveva fatto pesare ai suoi genitori e a lei stessa ciò che era accaduto. I giornali non parlavano di altro, accorpandole anche accuse non sue, fittizie, e additando con riluttanza la sua famiglia.

 

Che cosa può provare una persona a cui viene tolto tutto?

 

Una donna accusata, incarcerata e prosciolta, ma che nonostante l’essere stata liberata si vede portare via tutto ciò che in quegli anni aveva costruito.

Ecco la risposta espressa dalla stessa Maria Vittoria Pichi.

 

 

Come una lama’ è stato pubblicato in seconda edizione dalla Ventura Edizioni – casa editrice senigalliese nelle Marche – di seguito un estratto del romanzo.

 

“ Un giorno hai una bella stanza in un appartamento luminoso e carino, la condividi con un uomo prezioso che ami e che ti corrisponde, hai un cane eccezionale e anche due gatte. Hai la laurea in farmacia e hai appena trovato un impiego a tempo indeterminato. Poi di colpo non hai più niente: vieni sbattuta sui giornali e in televisione, le tue cose sequestrate, toccate, indagate, manomesse, perse, rubate. Hanno girato una chiave, mille chiavi, tu sei in uno spazio vuoto, senza niente addosso che non sia te stessa. Denudata. Defraudata”.

 

E un testo di Paolo Mirti che ci presenta l’opera.

 

“Come una lama” racconta la storia dell’autrice, la farmacista Maria vittoria Pichi, militante politica di sinistra arrestata insieme al compagno per un crimine politico mai commesso nel 1981 e rinchiusa in carcere per 100 giorni prima di essere scarcerata e prosciolta.

Una scrittura asciutta che non sconfina mai nell’analisi sociologica o nell’affresco politico ma che si concentra nello svelare l’urgenza della narrazione. Parole che cercano di afferrare un passato profondo come una ferita.

Man mano che le pagine scorrono si scompongono le immagini di una stagione precisa della storia recente del nostro paese: il sequestro del generale americano Dozier e la necessità delle forze dell’ordine di arrivare ai colpevoli in tempi rapidi, l’esperienza di vita prima che politica all’interno del movimento, la fatalità di alcuni volantini lasciati nel momento e nel luogo sbagliato.

E poi un vortice di forzature ed errori fino all’arresto di Maria Vittoria nella farmacia a 20 chilometri di Padova e il suo trasferimento nel carcere femminile di Venezia. Un racconto che restituisce il senso di straniamento di quei mesi vissuti dalla protagonista:l’interrogatorio nel quale costringono a scandire il significato di una canzone in dialetto marchigiano regalatole da un amico del padre come fosse un pericoloso messaggio in codice, la permanenza alla Giudecca con le zingare compagne di cella alla quale scriveva le lettere indirizzate ai loro mariti, la vita durissima in carcere e quella solidarietà che nasce solo nelle condizioni di estremo dolore.

Un viaggio doloroso fino al termine della notte per scoprire che non è mai finita fino in fondo perché dopo quei giorni nulla è stato più come prima. Con un interrogativo di fondo reso ancora più straziante dalla perdita del compagno di allora: ”E se le cose fossero andate diversamente, se non ci fosse stato l’arresto? Che vita avremmo avuto? Che vita avrei avuto?”.

 

Durante la presentazione si è creato tra l’autrice, il lettore, l’amministrazione comunale di Senigallia e tutto il pubblico una sorta di atmosfera complice di ciò che la storia ci narra e porta allo scoperto.

Come una lama‘ è uno di quei romanzi che rimarrà per tanto tempo ancora – se non per sempre – attuale per le sue tematiche e, purtroppo, ingiustizie.

Nella Tana troverete altri articoli che tratteranno di Maria Vittoria Pichi e della sua testimonianza, sotto forma di recensione e di blog tour organizzato da me per conto della Ventura Edizioni. Blog tour in cui scoprirete chi è Maria Vittoria, cosa ha vissuto e come, oggi, un lettore si sente a contatto con queste verità.

Quando i link utili a seguire le avventure di questo romanzo nella Tana saranno attivi, ve li riporterò qui sotto.

Intanto vi lascio il link di acquisto all’interno del sito della Ventura Edizioni, qui.

Buona lettura e a presto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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